Chiara Guarducci

Chiara Guarducci, drammaturga e regista, inizia il suo percorso teatrale con la scrittura di monologhi che indagano gli estremi dell’anima, stati febbrili di deserto e piena, attraverso creature ingombranti che dicono la ferita e la fame smisurata di vivere. Questi testi, interpretati da Silvia Guidi e scelti da Barbara Nativi per “Intercity Plays” (2000), raccolta di teatro contemporaneo internazionale, vengono poi pubblicati nel libro “La neve in cambio” (2002). Tra le opere successive scrive un omaggio alla disperazione dirompente di Marilyn Monroe, un ritratto a nervi scoperti, brutale e carico di poesia (“Bye Baby Suite”) diretto e interpretato magnificamente da Alessia Innocenti. Con “Tempestati” (2010) porta alle estreme conseguenze il congedo dalle illusioni e la prospettiva metateatrale dell’ultima opera di Shakespeare. Spettacolo, di cui cura anche la regia, sul fare (e disfare) teatro, sulla dialettica tra ispirazione e vuoto di senso, sulla distanza da Dio e la nostra inguaribile necessità di sognarlo.  Il ruolo registico la distacca dalla parola e sprigiona in lei fantasie grottesche che producono “Suicide Project” (2011), che ha per protagonista Pinky, un fumetto vivente alle prese con la sua giornata tipo, parodia dell’alienazione contemporanea.

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